
Se c’era un controsenso nell’impiantistica idraulica era sicuramente quello di dotare di collettori centralizzati ed ispezionabili gli impianti di adduzione idrica così come gli impianti di riscaldamento (impianti che trasportano acque pulite), per poi eseguire gli impianti di scarico senza alcun collettore e per giunta con le varie diramazioni intersecantesi fra di loro in serie tramite le braghe, una dietro all’altra.
Sarebbe proprio come se un elettricista collegasse le lampadine di un appartamento in serie una dietro all’altra, come le luci degli alberi di Natale, in modo che quando se ne bruciasse una tutte quelle a valle si spegnessero (quando si ottura una braga si blocca infatti tutto l’impianto a monte).
Per giunta murando i cablaggi elettrici sotto traccia senza le guaine, impedendone così la manutenzione futura.
Esattamente come vengono eseguiti oggi moltissimi impianti di scarico: l’avvento delle materie plastiche ha soppiantato le vetuste tubazioni di piombo con l’onnipresente pozzetto che le caratterizzava e che svolgeva appunto la funzione di collettore e di ispezione di tutto l’impianto.
Al pozzetto si sono preferite le braghe, esteticamente invisibili, ma così gli scarichi sono diventati “alberi di Natale”: senza ispezione e collegati in serie.
Salvo poi inventarsi di tutto per riuscire a ventilare un simile orbrobrio.
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