giovedì 28 gennaio 2010

Un sistema semplicemente geniale

Che cos'é

Il vostro InVENTer porta aria filtrata e pulita all'interno della vostra casa o del vostro ufficio o nel vostro ambiente scambiandola con quella viziata. L'inVENTer è un ventilatore con recupero di energia (calore), il che significa che prende l'aria stantia che esce e la sostitusce con il flusso d'aria fresca entrante. In qualsiasi stagione il benessere è garantito e si può respirare aria fresca e pulita. Oltre ad avere un tasso di trasferimento di energia fino all'88%, l'inVENTer Twin modera l'umidità interna in inverno e manda via l'umidità esterna in estate.

Include filtro per la polvere, valvola e coperchio interni, coperchio esterno.


Perchè scegliere la soluzione InVENTer

Vantaggi tecnici

  • Ventilatore silenzioso
  • Recupero termico fino al 91 %
  • Umidifica l'aria entrante ed allontana l'eccesso d'umidità
  • Resistente al gelo
  • Installazione semplice e rapida
  • Ottima integrazione negli ambienti e all'esterno
  • Tecnologia tedesca certificata
  • Facile da pulire (il filtro può essere lavato anche in lavastoviglie)
  • Nessuna necessità di tubazioni per la ventilazione

  • Vantaggi per la salute

  • Controllo del tasso di umidità
  • Riduce il rischio di formazione delle muffe
  • Riduce il rischio di allergie (polline, muffe, acari)
  • Permette di areare gli ambienti senza raffreddarli

  • Vantaggi per l'ambiente

  • Conforme alle direttive europee sull'efficenza energetica delle costruzioni
  • Contribuisce in maniera significativa alle riduzioni di CO e al surriscaldamento del clima
  • Basso consumo elettrico (2-6 W)

  • Vantaggi per la qualità della vita

  • Impedisce l'ingresso di polvere, insetti, etc..
  • Allontana i cattivi odori di chiuso etc..
  • Permette il ricambio d'aria viziata senza aprire le finestre
  • Facile manutenzione
  • Bassa velocità di aria di circolo (non provoca sensazione di corrente d'aria)
  • D'estate permette l'areazione mantenendo l'aria fresca all'interno


  • vi assicuro che risolve molti problemi legati all'umidità nelle nostre case.

    mercoledì 27 gennaio 2010

    Sunerg Solar - impianto solare termico a raffrescamento

    TUBO DRENANTE A PIEDE FONDAZIONE

    Il sistema solare termico

    QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO PER GLI IMPIANTI DOMESTICI ALIMENTATI A GAS

    LA NORMATIVA UNI CIG


    Il Comitato Italiano Gas (CIG) è un Ente Federato all’UNI e fra i suoi compiti istituzionali, c’è quello di redigere le norme tecniche per il settore dei gas combustibili.

    I progetti elaborati in ambito CIG al termine delle procedure d’inchiesta pubblica ed approvazione, vengono pubblicati come norme UNI.

    Gli impianti a gas ad uso domestico ed usi similari come visto, sono regolamentati, per gli aspetti di sicurezza, dalle predette norme UNI-CIG; che vengono recepite generalmente con decreti ministeriali ai sensi e nell’ambito della legge 1083/71 ed in tale veste pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

    Attualmente le norme UNI-CIG in vigore, sono essenzialmente norme di impiantistica, in quanto relativamente agli apparecchi, il Decreto del Presidente della Repubblica 15 Novembre 1996 n° 661 che recepisce la direttiva europea 90/396/CEE (GAD) concernente proprio gli apparecchi a gas, ha fatto si che le norme nazionali relative fossero sostituite dalle norme comunitarie, (norme EN) pubblicate dal Comitato Europeo di Normazione (CEN) .

    Gli apparecchi di utilizzazione ed i loro accessori, in conformità della direttiva CEE 90/396 devono essere realizzati in conformità alle normative comunitarie e devono inoltre riportare impressa la marcatura CE.


    UNI 7129 “Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione. Progettazione, installazione e manutenzione”

    La UNI 7129 è sicuramente la più importante norma di installazione nazionale.

    Nel 1972 fu pubblicata e recepita ai sensi della legge 1083 la prima edizione della norma. Nel 1992 ne è stata invece emanata una nuova edizione, attualmente in vigore, recepita e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (GURI) con il DM 21 Aprile 1993.

    Nel dicembre 2001 l'UNI ha pubblicato il Testo Coordinato della norma UNI 7129 “Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione – Progettazione, installazione e manutenzione”.


    La nuova edizione della norma non rappresenta una revisione globale della stessa bensì un suo riordino ed aggiornamento, limitatamente a quanto sopra segnalato; ovviamente, non è stata ancora recepita Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, in quanto tra la pubblicazione da parte dell'UNI e l'approvazione da parte del Ministero intercorrono tempi procedurali non brevi.

    Sintesi dei contenuti

    La norma si applica agli impianti dotati di apparecchi con portata termica nominale singola non maggiore di 35 kW.

    La UNI 7129 si articola sostanzialmente in tre principali filoni di trattazione:

    gli impianti interni
    la ventilazione dei locali
    l’evacuazione dei prodotti della combustione.
    Il capitolo degli impianti interni comprende i materiali ammessi all’uso per le tubazioni, per gli accessori, le modalità di installazione delle tubazioni (in vista, sottotraccia o interrate e negli attraversamenti), nonché le procedure per effettuare la prova di tenuta al termine del lavoro.

    Nello stesso capitolo vengono specificate anche le modalità di installazione degli apparecchi e per la messa in servizio degli stessi nonché le prescrizioni per la manutenzione dell’impianto.

    Il capitolo della ventilazione dei locali, in cui gli apparecchi sono installati, riporta le prescrizioni da adottare al fine di consentire l’afflusso dell’aria comburente. Il capitolo è suddiviso in tre principali paragrafi:

    la ventilazione naturale diretta
    la ventilazione naturale indiretta
    l’evacuazione dell’aria viziata
    La ventilazione naturale diretta può essere conseguita, nel modo più semplice, praticando una o più aperture nelle pareti perimetrali esterne; le aperture devono essere protette con idonee griglie. La superficie netta dei fori deve essere di 6 cm2 per ogni kW di portata termica installata, con un minimo di 100 cm2; se le aperture vengono praticate in alto, la superficie minima richiesta deve essere maggiorata del 50%.

    Oltre a quanto sopraindicato, la norma prevede anche la possibilità di ottenere la ventilazione diretta utilizzando appositi condotti, singoli o collettivi, per l’adduzione dell’aria.

    La ventilazione naturale indiretta si può ottenere invece da un locale attiguo permanentemente ventilato con le modalità sopraindicate.

    Il passaggio di aria dal locale attiguo a quello da ventilare può essere ottenuto realizzando un’apertura sulla porta di comunicazione tra i due locali o maggiorando la fessura tra la porta ed il pavimento per consentire il passaggio dell’aria; le sezioni si calcolano nello stesso modo sopra citato.

    Relativamente all’evacuazione dell’aria viziata, ad esempio nel caso in cui il piano di cottura non disponga di una propria cappa per il convogliamento all’esterno dei vapori, la norma prevede la possibilità di utilizzare un elettroventilatore (aspiratore). In questo caso però è necessario attenersi ad alcune ulteriori prescrizioni per evitare che il ventilatore possa mettere in depressione il locale dove è installato e così aspirare i prodotti della combustione di altri apparecchi alimentati a gas.

    Il capitolo dell’evacuazione dei prodotti della combustione risulta abbastanza ampio e dettagliato; essendo ciò estremamente importante ai fini della sicurezza e dell’incolumità delle persone.

    La norma a questo proposito specifica le caratteristiche dei canali da fumo (collegamenti dall’apparecchio al camino o direttamente evacuanti all’esterno) la pendenza minima, la lunghezza, il numero massimo ammissibile di curve ecc.

    Un altro punto del capitolo riguarda le caratteristiche generali dei camini e delle canne fumarie; per la precisione i camini sono considerati al servizio di un solo apparecchio, o al massimo di due installati nello stesso ambiente, mentre le canne fumarie servono fino a 6 apparecchi installati in locali situati su diversi piani.
    Nella prima edizione della norma (UNI 7129/72) era consentito che le canne fumarie collettive ramificate potessero ricevere le evacuazioni di 8+1 apparecchi.

    Nel capitolo dell’evacuazione dei prodotti della combustione, la norma contempla anche la possibilità dell’evacuazione diretta all’esterno, il cosiddetto “scarico a parete”.

    Nei casi dove ciò è consentito, sono prescritte le distanze di rispetto tra l’uscita dei fumi dal terminale e finestre, gronde, balconi, tubazioni, dal piano di calpestio ecc.

    Più in particolare la norma prevede distanze differenti in funzione della portata termica degli apparecchi e delle diverse caratteristiche tecniche degli stessi (a tiraggio naturale o forzato).

    Infine, il testo della norma è corredato da quattro appendici; la prima riguarda il calcolo dei diametri delle tubazioni di un impianto interno, la seconda riguarda gli schemi di installazione di apparecchi di cottura secondo i vari metodi di evacuazione dei prodotti della combustione, la terza le dimensioni interne di alcune tipi di camini singoli e la quarta è dedicata alle citazioni bibliografiche.

    Altre norme di carattere generale rilevanti
    UNI 10738 “Impianti alimentati a gas combustibile per uso domestico preesistenti alla data del 13 marzo 1990 - Linee guida per la verifica delle caratteristiche funzionali”

    Questa norma, emanata a seguto del D.P.R. 218/98 che ha introdotto l’obbligo di adeguare, entro il 31.12.1998, gli impianti preesistenti all’entrata in vigore della Legge 46/90 (ossia quelli installati antecedentemente alla data del 13 marzo1990), ai requisiti prescritti nell’art. 2 dello stesso decreto, indipendentemente dall’evoluzione normativa relativa alla buona tecnica successivamente al 1990, è attualmente in profonda revisione da parte di un Gruppo di lavoro al CIG per trasformarla in norma generale per la verifica degli impianti esistenti.

    La norma UNI 10738, aveva lo scopo di fornire le linee guida per effettuare la verifica delle caratteristiche funzionali degli impianti a gas per uso domestico preesistenti alla data del 13 marzo 1990. Essa si applica agli impianti per uso domestico alimentati a gas combustibile [sia gas naturale (metano), sia gas di petrolio liquefatto (GPL), sia gas manifatturato], comprendenti apparecchi con singola portata termica non maggiore di 35 kW (30 000 kcal/h).

    In particolare, la norma definisce, dal punto di vista tecnico, le procedure per l’espletamento delle cinque verifiche fondamentali previste dal già citato D.P.R. 218/98, ossia la verifica della ventilazione, dell’aerazione dei locali, dell’efficienza dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione, della tenuta dell’impianto interno di adduzione del gas combustibile e dell’esistenza e funzionalità dei dispositivi di sorveglianza di fiamma.

    E’ altresì prescritto che i risultati delle verifiche debbano essere riportati in un apposito documento, la cosiddetta scheda di verifica conforme al modello riportato in appendice F, da redigersi in duplice copia, una per il committente ed una per il dichiarante.

    E’ stata inoltre emessa un’”errata corrige”, per rimediare ad un errore nell’appendice F della norma.


    UNI 7140 “Apparecchi a gas per uso domestico. Tubi flessibili non metallici per allacciamento”

    La norma definisce le caratteristiche costruttive e le modalità di prova dei vari tipi di tubo flessibile non metallico da impiegare per l'allacciamento dei punti di alimentazione del gas con gli apparecchi di utilizzazione di tipo domestico, a pressione di esercizio non maggiore di 0,1 bar.

    I tubi flessibili previsti dalla norma sono idonei all'impiego per il convogliamento di gas combustibile della 1a, 2a e 3a famiglia, la loro lunghezza non può essere maggiore di 1,5 mt, non possono essere utilizzati per apparecchi da incasso, devono riportare la stampigliatura che certifichi la marcatura e la data di scadenza.


    UNI 9891 “Tubi flessibili di acciaio inossidabile a parete continua per allacciamento di apparecchi a gas per uso domestico e similare”

    La norma stabilisce i requisiti costruttivi, i requisiti dimensionali ed i metodi di prova dei tubi flessibili di acciaio inossidabile a parete continua. Si applica ai tubi flessibili destinati all'allacciamento di apparecchi utilizzatori per uso domestico e similari, aventi portata termica nominale non maggiore di 35 kW, alimentati a gas manifatturato, gas naturale, gas di petrolio liquefatti a pressione di esercizio non maggiore di 0,1 bar.
    Lunghezza massima ammissibile 2 mt.


    UNI 7131 “Impianti a GPL per uso domestico non alimentati da rete di distribuzione. Progettazione, installazione, esercizio e manutenzione”

    La UNI 7131 stabilisce i criteri per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti a GPL per uso domestico e similare non alimentati da rete di distribuzione, ivi compresa l'installazione e la sostituzione di bidoni di GPL impiegati presso le utenze servite. Detti impianti possono essere alimentati o da un bidone di GPL singolo, o da più bidoni di GPL fra loro collegati, o da un deposito di GPL per uso domestico.

    La norma si applica:

    all'installazione o al rifacimento di impianti interni o di parte di essi (Nota 1);
    all'installazione di apparecchi utilizzatori di portata termica nominale Q n non maggiore di 35 kW (Nota 2);
    alla ventilazione dei locali in cui gli apparecchi utilizzatori sono installati;
    all’evacuazione dei prodotti della combustione provenienti dagli apparecchi utilizzatori;
    alla prima installazione e alla sostituzione di bidoni di GPL singoli;
    alla prima installazione e alla sostituzione di bidoni di GPL fra loro collegati aventi capacità complessiva non maggiore di 70 kg;
    ai gruppi di regolazione per bidoni fra loro collegati.
    1 La parte di impianto compresa tra la valvola di intercettazione generale posta in uscita da un deposito per uso domestico ed il punto di inizio dell'impianto interno è trattata nelle UNI 9860, UNI 8827 e UNI 9036.
    2 Per l'installazione di apparecchi utilizzatori aventi portata termica nominale Q n maggiore di 35 kW, nonché per la ventilazione dei locali e l’evacuazione dei prodotti della combustione relativi a detti apparecchi, la norma rimanda alle specifiche norme applicabili.

    AAA: cercasi artigiani in Liguria

    In Liguria c'è posto per 2460 dipendenti tra falegnami, idraulici, sarti e fornai, ma il 26,8% è introvabile. Questo significa che nel settore ci sono circa 660 posti vacanti che le aziende hanno difficoltà a occupare. I dati sono emersi da un'indagine di Unioncamere e Ministero del Lavoro. Secondo uno studio - svolto a livello nazionale - la figura professionale più richiesta sarebbe quella dei falegnami: servirebbero 2690 persone e ne mancano circa 1390. A seguire parrucchieri ed estetisti. Problemi anche nel reperire elettricisti. Per loro sono a disposizione 2840 posti di lavoro.

    sarà vero?

    io so solo che la difficoltà di trovare un posto fisso come tecnico specializzato è quasi nullo da noi..

    martedì 26 gennaio 2010

    I vantaggi delle nuove caldaie a condensazione


    Le nuove caldaie a condensazione sono molto diverse da quelle del passato e sono dotate della più moderna tecnologia per l’efficienza energetica domestica e industriale. Attualmente molti operatori del settore e specialmente gli idraulici ed installatori più tradizionali non conoscono le grandi potenzialità di questi prodotti rivoluzionari, avendo conosciuto questi prodotti ai tempi in cui la condensazione muoveva i primi passi e una caldaia di questo tipo aveva una resa di poco superiore ad una tradizionale ed un prezzo dalle 2 alle 3 volte maggiore. Inconvenienti che oggi sono stati completamente risolti. Per le ragioni illustrate se chiedete a tecnici non aggiornati o con poca esperienza è probabile che siano poco propensi all’installazione di una caldaia a condensazione, poiché sono convinti che questi prodotti sono convenienti solo con impianti a panelli radianti (nei quali il calore viene emesso da particolari elementi nascosti nel pavimento o nelle mura), inoltre molti idraulici non avendo esperienza con queste caldaie temono che l’installazione possa comportare degli imprevisti che non sono in gradi di superare.

    Fortunatamente le cose sono molto diverse, infatti le caldaie a condensazione hanno un risparmio di gas minimo di circa il 20% con impianti a radiatori, piastre e ventilconvettori e possono raggiungere anche il 35% con l’applicazione di valvole termostatiche su tutti i corpi scaldanti. Con impianti a pannelli radiati il risparmio di gas è di circa il 30-40% rispetto ad un impianto a termosifoni standard.

    L’installazione è praticamente identica a quella delle caldaie tradizionali, la sola differenza è la predisposizione per lo scarico della condensa prodotta durante il funzionamento della caldaia. In pratica dalla parte inferiore della caldaia deve fuoriuscire un tubo flessibile di plastica chiara con un diametro di 2-3 cm che deve essere inserito in uno scarico della cucina, dei bagni, in una pluviale o in una tanica che periodicamente andrà svuotata. Nella maggior parte dei casi il tubo della condensa passa attraverso il muro esterno per scaricare direttamente sul ballatoio del balcone o nei pressi di una griglia per l’acqua piovana.

    Inoltre le questo tipo di caldaia a gas negli anni futuri sono destinate a raggiungere rendimenti sempre maggiori e sostituiranno completamente quelle di tipo tradizionale.

    Le “caldaie a condensazione” non devono essere confuse con quelle di tipo “ecologico” che sono due tecnologie diverse anche se spesso integrate nello stesso prodotto. Per essere precisi le caldaie a condensazione sono dotate di un sistema di recupero energetico e riescono ad ottenere rendimenti molto elevati e a risparmiare grandi quantità di gas. La caldaia ecologica è dotata di un sistema di pulizia dei fumi di scarico (come il catalizzatore delle auto) ed hanno delle emissioni molto basse dei principali composti inquinanti ossia ossidi di azoto (NOx) e monossido di carbonio (CO) fino al 70% rispetto agli impianti tradizionali.

    La tecnologia che ha preceduto quella delle caldaie a condensazione è conosciuta come quella delle “caldaie ad alto rendimento" che è divenuta popolare circa 10-15 anni fa, ma non è mai stata accetta a pieno dal mercato poiché il risparmio di gas non è rilevante, circa il 6-7%. Le caldaie ad alto rendimento riescono ad utilizzare solo una piccola parte del calore emesso dai fumi di scarico ed il loro rendimento è nell'ordine del 90% riferito rispetto al funzionamento alla massima potenza.

    Le cose cambiano radicalmente con le caldaie a condensazione di ultima generazione che riescono ad utilizzare una parte importante del calore presente nei fumi di scarico raggiungendo rendimenti anche nell'ordine del 105-110% riferito rispetto al funzionamento alla massima potenza.

    Durante il suo funzionamento la caldaia brucia il gas metano o GPL ed oltre alla produzione della fiamma sono prodotti anche degli effluenti gassosi (fumi di scarico) molto ricchi di vapore acqueo. Il vapore acqueo generato dal processo di combustione (circa 1,6 kg per metro cubo di gas) contiene una grande quantità di calore che viene disperso in atmosfera attraverso il camino. La caldaia a condensazione, a differenza della caldaia tradizionale, può recuperare una gran parte del calore contenuto nei fumi espulsi. La tecnologia della condensazione prende forma in un’apparecchiatura chiamata scambiatore condensate attraverso la quale passano i fumi caldi che incontrano l’acqua di ritorno (fredda) dell’impianto, grazie allo scambiatore-condensante il calore dei fumi passa all’acqua che si pre-riscalda prima di giungere nel corpo caldaia dove il bruciatore la porterà alla temperatura di mandata dell’impianto (acqua calda). Da questo meccanismo deriva il vantaggio di queste caldaie che devono bruciare una minore quantità di gas per portare l’acqua dell’impianto alla temperatura d’esercizio ed in questo modo si realizza un considerevole risparmio di gas. Un funzionamento analogo si produce anche per l’acqua calda sanitaria.

    Grazie al recupero di calore i fumi di scarico avranno una temperatura di circa 40°C rispetto ai 150°C di quelle ad alto rendimento e ai 200°C dei generatori di tipo più tradizionale.

    Le tubazioni dei fumi di scarico delle caldaie a condensazione sono rivestite internamente in materiale plastico ed all’esterno sono di allumino o acciaio, le normali tubazioni metalliche non sono adatte poiché i fumi di queste caldaie sono leggermente acidi e con il tempo possono corroderle. In molti casi è possibile sfruttare le vecchie canne fumarie metalliche intubandole con tubazioni di plastica nuda di sezione inferiore.

    Il nome di questa tecnologia deriva dallo scambiatore condensante tipico delle caldaie a condensazione e da cui prendono il nome, inoltre il raffreddamento del vapore acqueo ha come conseguenza la produzione della condensa simile a quella dei condizionatori e che dovrà essere scaricata tramite il tubo di cui si è parlato in precedenza.

    spero che con questa guida che ho messo insieme con le mie parole e con qualche ricerca in rete possa soddisfare le vostre richieste ma se cosi non fosse sono a vostra disposizione...

    Come riparare un rubinetto che perde sostituendo la guarnizione e rettificando la sede



    Cosa fare se il rubinetto comincia a perdere?
    Se anche stringendolo forte continua a gocciare?
    Semplice, basta sostituire la guarnizione in gomma di tenuta del rubinetto.
    Per fare questo, prima bisogna smontare il rubinetto, ma... cominciamo con ordine:
    La prima cosa da fare è togliere la manopola del rubinetto, questa è generalmente tenuta bloccata da una vite che può essere a vista oppure, come nella foto, nascosta sotto una borchia di copertura a pressione.

    Una volta svitata la vite di blocco, la manopola dovrebbe sfilarsi con una certa facilità. A questo punto si dovrebbe vedere il corpo del rubinetto (che è di ottone). Su questo vi sono due dadi, uno più piccolo da cui fuoriesce il perno del rubinetto, posto più in alto è facilmente raggiungibile.
    Naturalmente quello che deve essere smontato è l'altro, quello più in basso.
    Dovremo quindi afferrare saldamente la ghiera cromata che copre il rubinetto e svitarla (se dovesse essere incastrata potremo afferrarla con una chiave a pappagallo ma solo proteggendola con un panno o con un pezzo di gomma da camera d'aria per non rigarla).
    Una volta svitata la ghiera si sfilerà dall'alto lasciando scoperto il corpo del rubinetto.

    Ora, DOPO ESSERSI ASSICURATI DI AVER CHIUSO IL RUBINETTO GENERALE DELL'ACQUA potremo svitare con la chiave inglese adatta il dado inferiore. Prima di eseguire questa operazione, io consiglio di appoggiare la manopola sul suo perno e girarla in modo da far si che il rubinetto si apra, questo per evitare che mentre smontiamo il rubinetto, questo stia forzando rendendo più difficoltoso lo smontaggio.


    Una volta svitato il gruppo dalla sua sede, questo apparirà come nella foto. Possiamo verificare il funzionamento della meccanica del rubinetto girando il perno si vedrà il pistoncino (alla sinistra dell'immagine) alzarsi e abbassarsi, quasto fa sì che la guarnizione (il gommino montato sulla sommità del pistoncino) vada a premere sul fondo del rubinetto chiudendo il flusso dell'acqua.
    Il gommino vecchio deve essere smontato (a volte c'è un dado o una vite che lo tiene bloccato, altre volte è semplicemente incastrato o avvitato nella sua sede) e sostituito con uno nuovo delle stesse dimensioni.


    A questo punto potremmo aver finito la riparazione e rimontare il rubinetto, ma se il rubinetto è particolarmente vecchio, e soprattutto se è molto tempo che perdeva, allora potrebbe essere vantaggioso effettuare una "rettifica della sede del rubinetto", per fare questo abbiamo bisogno però dell'attrezzo mostrato nella foto che si chiama appunto "rettificatrice per rubinetti" e viene venduta dai negozi di ferramenta ben forniti e dai negozi di attrezzature per l'idraulica.


    Se guardate dall'alto la parte del rubinetto che è rimasta attaccata, in fondo c'e' la "sede del rubinetto" che è la parte su cui la guarnizione che abbiamo appena sostituito và a premere per interrompere il flusso dell'acqua.
    Con la punta del dito possiamo sentire se sono presenti delle scanalature o se la superfichie è irregolare, in questo caso avvitando l'attrezzo mostrato prima e premendo con una certa delicatezza sul pomello girando contemporaneamente in senso orario, questo raschierà la superficie della sede rendendola liscia.
    Ogni tanto svitate l'attrezzo e controllate la situazione, quando la sede si presenterà come quella nella foto, si potrà rimontare il tutto e vedrete che ora basterà stringere appena la manopola per avere una tenuta perfetta ed il rubinetto funzionerà come quando era nuovo.

    se avete bisogno non esitate a contattarmi.
    buon lavoro!!!!!!!


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    lunedì 25 gennaio 2010

    attenti a chi chiamate per le assistenze

    non è un idraulico

    A me non è mai capitato

    manutenzione caldaia

    Cari clienti una proposta spettacolare per voi nel mese di febbraio solo per chi si prenota dalla provincia di rimini offro manutenzione e prova dei fumi biennale a soli €60,00 non importa del tipo di caldaia che hai sono ingrato di assistere tutte le marche in quanto ho un esperienza quindicinnale fatta su molte marche di caldaia ed è per questo che vi ho messo questa offerta, per darvi modo di valutare la mia professionalità nel campo delle assistenza tecnica.

    l'idraulico online


    ti è mai capitato di avere bisogno di un consiglio idraulico e non sai a chi chiamare?
    da oggi sul mio blog posso darti tutti i consigli e rispondere alle vostre domande più difficili per i vostri problemi idraulici giornalieri.
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